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L'intervento dello Stato nell'economia è oggi tornato con forza alla ribalta. Già agli inizi del decennio gli effetti negativi della globalizzazione avevano provocato qualche scricchiolio nella "mistica del mercato"; nella fiducia assoluta nelle sue capacità autoregolatrici, che da quasi un trentennio egemonizzava la cultura economica, in fuga dalle contraddizioni della precedente stagione statalista. Da più parti si invocava il ricorso a forme di protezionismo, per difendersi da una competizione produttiva e commerciale squilibrata. Riaffiorava il nome di Colbert. La grave crisi finanziaria del 2008-2009, con i suoi rovinosi strascichi economici e sociali, ha repentinamente chiamato in causa e rilegittimato l'intervento dello Stato, o meglio delle istituzioni pubbliche, come vediamo nel caso attualissimo dell'Unione Europea. Accanto all'urgenza dei problemi e alla concretezza dei provvedimenti, è oggi fondamentale la riflessione sulla crisi e sulle prospettive future. I saggi contenuti in questo volume approfondiscono, con uno sguardo di lungo periodo, il complesso rapporto tra Stato e mercato, che si rivelano, al di là di ogni schematismo, due attori inseparabili dello scenario economico e sociale.